Thursday, December 9, 2010

Lettera di un deputato disperato.

Ho scritto ad uno dei deputati che è passato dall'IDV al PDL, chiedendo dei motivi per cui egli abbia preso tale decisione. La risposta non mi convince perché esiste sempre una via d'uscita onesta e rispettosa della volontà degli elettori, anche quando non ci si sente a casa propria in un partito che ha fatto del giustizialismo antiberlusconiano il motivo della propria esistenza. Ma, almeno, l'onorevole ha risposto. Lo ringrazio pubblicamente.

Le mie ragioni nella lettera ad Antonio Di Piuetro

Caro Antonio,

abbiamo un problema. D'altronde non hai fatto nulla per nascondere l'insofferenza nei miei riguardi soprattutto dall'inizio di questa legislatura. Sono stato eletto contro il volere di tutti e soprattutto contro il tuo, solo perché la gente mi ha apprezzato. Tu non volevi proprio. Questo sia ben chiaro, sai bene chi volevi fosse eletto al posto mio. Il diavolo fa le pentole, non i coperchi.
A questa mia elezione è seguito un lungo periodo nel quale neanche mi salutavi come se ti avessi fatto un gravissimo affronto. Già da allora avrei dovuto capire che non era aria. Ricordo che eri talmente contrariato che non riuscisti a complimentarti con me neppure per salvare le apparenze.
Fa parte del tuo carattere imporre con intransigenza non solo la linea politica del partito ma anche sentimenti ed afflati che invece fanno parte della sfera personale di ciascun essere umano. Né esistono codici etici che tengano per te se non ti sconfinferano, metti e levi il mese di trenta o di trentuno a seconda di come ti conviene.
Sei stato e sei maestro di politica, leader di questa Italia dai tempi del glorioso pool Mani Pulite del quale eri la punta di diamante. Ma come tutti noi hai dei difetti che in alcuni casi diventano davvero insopportabili.
Per amore e per rispetto nei tuoi riguardi che in quel di Vasto diedi a te la soddisfazione, davanti a centinaia di microfoni accesi, di sentirti orgoglioso che non mi ero fatto avvincere dai richiami d'altri lidi. Neanche questo è stato sufficiente per avere l'onore, la soddisfazione di essere almeno salutato con sincerità e con quello stesso affetto che ti dimostravo. Ho accettato anche di buon grado la strumentalizzazione giornalistica del famoso mutuo da pagare perché faceva gioco al partito in termini propagandistici, ma neanche questo è bastato per farmi apprezzare quel tanto che mi potesse permettere di presentarmi alla gente all'estero con orgoglio e soddisfazione.
Da te, caro Antonio, ho ricevuto solo mortificazioni. Non per ultimo il numero due nella lista dei candidati alle ultime elezioni mostrando di ignorare che all'estero invece vigono le preferenze non le liste bloccate ma il numero due è quello seguente all'uno ed è a quell'ein che tu hai tenuto e tieni in maniera parossistica chi sa perché. Non ho battuto neanche un ciglio, ma ho pianto questo si in compagnia di mia moglie, quando mandasti Leoluca ad elezioni terminate, a chiedermi con una sfrontatezza senza eguali che se mi fossi dimesso per favorire il tuo pupillo tedesco, sarei diventato un eroe parlando come si parla ad un impedito. Un uomo, Leoluca, veramente bizzarro che dal suo sacco, rivelatosi sacchetto, non seppe cacciare niente di meno insensato. Ultimamente poi una sequela di atteggiamenti espliciti, perché hai ritenuto non fossi in grado di accorgermi del piattino che stavi per prepararmi, hanno dimostrato in maniera inequivocabile la considerazione che tu ed il partito avevate di me. A cominciare dalla nomina a "Responsabile degli italiani nel mondo per l'Italia dei Valori" che arrivava inaspettatamente ed all'improvviso sul tavolo della mensa della Camera per coprire una falla aperta da Massimo e giusto per fumo negli occhi. Senza poteri, senza soldi e senza considerazione si capiva che quella nomina tendeva solo a non far scoprire le carte lusingarmi ulteriormente sino a quando fossi servito alla tua causa. Nessuna convocazione ufficiale quando viene nominato Manfredi Nulli quale responsabile della sezione dipartimentale "Giovani e l'Europa" facendo tutto a mia insaputa con il piatto pronto e cucinato alla bisogna questa volta da Orlando che dalla Sicilia volò in Inghilterra ad assistere e coccolare il suo protetto palermitano. Di questi signori citati poi mi scriverai una cartolina un giorno. Non vorrei esserti neanche camicia ma sono casi tuoi.
Bella figura non c'è che dire mi hai fatto fare, il responsabile nel mondo che viene sistematicamente preso per i fondelli. Ti avevo giurato e rinnovato la mia fedeltà proprio pochi giorni prima dandoti una prova formidabile e tu invece hai programmato cinicamente il calcio al fondo schiena e ne ho la prova. Non tentare di confutarla perché non ti conviene e non conviene neanche al partito.
Proprio la settimana scorsa, la signora Mura dopo avermi promesso che avrebbe partecipato al progetto di cui mi ero fatto promotore "Una goccia d'acqua" in favore dei bambini del Ciad cui aveva dato la sua disponibilità ad aderire, mi liquidava poche ore prima dicendo di cercarmi qualche altro.
Sai Antonio, è la somma che fa il totale e questa somma non la posso più sopportare. Non sarò un grande politico ma sono un uomo e pretendo rispetto da tutti ed anche da te.
Caro Antonio tu non sei perfetto ed allora faresti bene ad essere un po', almeno un po' più critico nei tuoi stessi riguardi così potresti darti delle risposte sul perché il partito non sia cresciuto come avrebbe dovuto.
Neanche io sono Pietro Micca. Non sono quello che lancia la stampella contro il nemico e decide di soccombere. Ho capito che con te non vale la pena essere fedeli e passionali come io sono sempre stato. Non conviene essere affettuoso e sincero, occorre falsificare, fingere, collezionare riserve mentali, programmare parole ed atteggiamenti per farti contento e felice. Tutti quelli che ti sono intorno hanno i piedi, tutti e due, in una sola scarpa e la tua intelligenza non ti soccorre per prenderne atto basta che annuiscano.
Queste cose la gente non le sa ma gliele faremo sapere perché una lettera non può contenere sedici anni di lavori e di attività. Il tempo è galantuomo ed allora vedremo in seguito quando risponderò uno ad uno ai miei detrattori che man mano decideranno di farsi avanti.
Ho sopportato la tua indifferenza ai miei sforzi di essere all'altezza, le mortificazioni e le offese più o meno esplicite sul mio conto. Io e te non abbiamo mai parlato più di due minuti, forse saranno stati cinque in tutti questi anni. Ho accettato di buon grado, figurati, anche i complimenti dei tuoi ragazzi addetti stampa (bada bene non di ministri) ai miei ultimi documenti sul piano di rilancio del partito nel mondo. Quello che non accetto però è la convinzione che tu hai di poter essere al di sopra dell'uomo Razzi sempre e comunque dimenticando che quest'uomo ha vissuto una vita, una sola moglie, creato una famiglia, avuto dei figli ed oggi ha dei nipoti e che è anche più grande di te in età.
Sedici anni con te hanno rappresentato solo sofferenze e mia moglie ne sa qualcosa per essersi ammalata anche gravemente a causa delle mortificazioni procuratemi dal tuo comportamento.
Non rinnego lo spirito con il quale ho lavorato seppur in situazioni critiche e non è il conto che ti sto presentando ma dato che non hai saputo o voluto essere leale, allora Antonio Razzi ha deciso di non fare più parte della tua squadra.

Antonio Razzi

On. Antonio Razzi
Via del Pozzetto, 105
00187 Roma
Tel. 06/67608166 Fax 06/67608750
Segreteria: Dott.ssa Francesca Testa
E-mail: razzi_a@camera.it
Sito: http://www.antoniorazzi.org

-----luigir ha scritto: -----

Per: razzi_a@camera.it
Da: luigir
Data: 09/12/2010 18.00
Oggetto: Messaggio dal sito di Antonio Razzi

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me lo spiega il passaggio dalla parte del partito che piu' osteggiava, o faceva finta di osteggiare?

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