Tuesday, October 30, 2012

L'antipolitico

Le elezioni in Sicilia, ma anche le tornate elettorali amministrative e politiche precedenti dimostrano, ormai, che gli italiani sono disaffezionati alla politica e votano “per protesta” o “per protesta” non votano. Io sono un astensionista, ma lo sono perché non ho partito che mi rappresenta veramente. Il mio modo di pensare, la mia visione della società e dello stato e’ troppo lontano da quello che offrono i partiti italiani. Ancor meno il Paese che offre Beppe Grillo, e’ il mio Paese ideale. Così come dopo gli entusiasmi iniziali lo e’ stato quello di Tonino Di Pietro. Diciamolo pure: sono disincantato; non mi fido più di nessuno. Quindi? Quale alternativa? Il non voto? La lotta armata? No. La cancellazione del mio nome dal registro degli elettori oppure la registrazione del mio non voto. Come avviene negli USA od in Gran Bretagna, bisognerebbe chiedere ai cittadini di iscriversi per fare parte del corpo elettorale. Credo che questa sia democrazia: dare la possibilità ad un cittadino di non essere un elettore, piuttosto che imporre l’obbligo. Questo risolverebbe un bel po’ di problemi, tra cui il raggiungimento (quasi) garantito dei quorum nei referendum. Opzione due (od anche in aggiunta a quella di cui sopra). La possibilità di votare per “Nessuno dei candidati” ma questo voto entrerebbe a far parte dei voti espressi, quindi come se fosse un vero e proprio partito. Questo vorrebbe dire che il partito del non-voto potrebbe trovare la non-rappresentativita’ nelle assemblee locali o nazionali, con tanto di riduzione del costo del mantenimento del parassitume nostrano. Fino ad allora, sarò astensionista, soprattutto perché da cittadino residente all’estero non ritengo giusto che io voti per un parlamento che legifera su cose che non mi interessano.

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