Wednesday, January 19, 2011

Inferno paradisato

Mentre ascolto Ismael Lö mi vengono in mente distese di sabbia e mari aperti, sole, cocktail di frutta, carne di montone alla griglia, ragazzi con le facce nere in vesti bianche svolazzanti tra le polveri che alzano quei piedini spaccati dal correre dietro ad un pallone fatto di stracci. Penso alle mamme che, Indaffarate, sperano che il marito torni a casa per trascorrere una serata intorno ad una tavola imbandita con i figli ad ascoltare ciò che il capo di casa ha da raccontare sulla sua giornata di duro lavoro manuale. I figli pronti ad ascoltare le storie dei padri di quando avevano la loro stessa età e non c'era molto di cui sfamarsi. Poi ripenso alle notizie che raggiungono il mondo occidentale in questi giorni facendo sì che i nostri sensi ritornino e ci si rende conto che l'odore di carne grigliata, forse, non è di montone e che le mamme aspettano che i mariti tornino a casa con un po' di carne od anche pane da poter consentire di mangiare il giorno dopo. I bambini invece sono in giro, tra i turisti occidentali, ad elemosinare e sgraffignare, dove possibile, qualche soldo da portare a casa. Mentre il turista si gode il cocktail in questo angolo di inferno paradisato; questo angolo di paradiso ai margini dell'interno. Questi sono quegli inferni che rispondono al nome di Tunisia. Egitto, Marocco ed altri Paesi comodamente democratici per noi e veri inferni dittatoriali per chi ci vive. Poi all'improvviso i massmedia decidono di dirci che ci siamo sbagliati e che non erano poi così democratici. Ed il popolo pecorone dice di averlo sempre saputo. Avanti il prossimo paradiso!

Luigi R
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